Il leone, l’armadio, la strega. Le cose a volte sono al loro posto

Conoscete la storia raccontata nelle cronache di Narnia? A me è piaciuta, molto. Mi sarebbe piaciuto incontrarla da bambina, invece l’ho letta da mamma alle mie figlie; poi ci siamo visti anche il dvd. Fughe sotto i cuscini per l’arrivo del lupo, fermi immagine strategici, facciotte nascoste sotto le braccia della mamma o del papà e 100 volte le stesse domande: “E’ velo che il leone è il più forle di tutti e che la Stlega muole?”. “Velo che gli tagliano la cliniela ad Aslan, velo, povelino?!”.

Ecco insomma sono fiera che in mezzo a tante malefiche insidiosissime Winx – attenzione mamme, attenzione ai cartoni animati, alcuni sono terrificanti! Sembrano belli, innocui e lievi, invece no – a storie che non hanno niente di male da raccontare ma il male è che mancano delle cose, delle persone, dei ruoli (ho in mente tanti cartoni nuovi in cui mancano mamma e papà, tipo Fragolina Dolcecuore, o sono dei deficienti insulsissimi vedi Due fantagenitori, o Trilly stessa e quelle tipe delle sue Amiche;  certo sono carine da matti, deliziose, sfarfallano polverina magica, hanno voci melodiose, sono rispettosissime della natura. Ma la natura,accidenti a lei, perchè è sempre scritta con la N maiuscola e di Dio nessuno ha mai sentito parlare? Cartoni dove il valore supremo , ciò per cui è degno vivere, si riduce a mangiare verdure e ricordarsi di buttare la plastica nel raccoglitore giusto..), ecco in tutto questo sono contenta che : 1-   sia io che il papà di queste tre misteriose creature che sono le nostre figlie facciamo vedere meno televisione di un po’ di tempo fa;  e 2-  a volte riusciamo a proporre cose interessanti.

Per Narnia e la storia che racconta mi torna buona una vaga reminiscienza liceale, sul compito e la natura della retorica, di un tal Cicerone ( che due sere fa si è pure meritato un “L’eterno riposo” dalle tre di cui sopra perchè,giuro, non mi ricordo come, siamo finiti a parlare di Cicerone e del fatto che era già morto, povelino!): movere, docere, delectare. Quella delle Cronache di C. S. Lewis è una storia che tocca, insegna e diletta. Dove le cose sono al loro posto: la Strega è simbolo, potenza non onnipotente del male; la natura – che ha la minuscola –  è meravigliosa e lussureggiante ma soffre anche lei quando l’ordine del mondo è tradito; si irrigidisce nel gelo, prima di esplodere in una stupefacente primavera che accompagna festante la Resurrezione di Aslan.

Ora, seguitemi, se vi va, in questa virata brusca: avete presente Lucy, la più giovane dei 4 fratelli, davanti alla porta socchiusa del guardaroba, che lo osserva con un’attrazione mescolata a spavento? Che si chiede cosa ci sarà all’interno? E poi entra e il guardaroba è effettivamente un luogo misterioso, inseplorato, pieno di sorprese, che schiude addirittura un altro meraviglioso mondo? Trattenete un attimo questa sensazione….fatto? Ora trasferitela su mio marito: è quello che vive tutte le rare volte che, ingenua, gli dico “prendi per favore una canottiera nell’armadio della bambine, secondo cassetto?”.