Una festa della donna sessualmente liberata

Non ci riesco ancora a credere. Siamo noi, sono loro, Costanza, Thérèse, Giovanni, ma siamo anche noi, tutti noi.. siamo davvero una primavera impaziente che sta buttando gemme. Anche noi donne. Giovanissime o agée. Siamo noi! E i nostri uomini. Avanti con coraggio e decisione. La verità ha fretta di farci liberi

Breviarium

Me l’hanno chiesto in tantissimi, da prima ancora che uscisse il libro: «Ma la Hargot viene in Italia?». Chiaramente a me per primo sarebbe piaciuto molto invitare Thérèse nel mio Paese, dopo avervi introdotto (con un certo successo, a quel che vedo) il suo libro. La cosa però sembrava destinata a non farsi: non si trovavano le leve, soprattutto non si trovavano le tasche. Invece si farà.

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L’oro del Giappone

Risultati immagini per PAOLO MIKI

 

Sono riuscita ad arrivare a messa pressoché in orario. E senza fiatone. Entro il secondo paragrafo della prima lettura per lo meno.. è presa dal Genesi. Si ferma al quarto giorno di creazione. Per questo mi è rimasta l’acquolina in bocca. Perché è tutto buono, ma non ancora molto buono fino al sesto giorno, fino all’uomo.

Il sacerdote nell’omelia ha ricordato il martirio di Paolo Miki e compagni. Lo ha fatto leggendo la cronaca dettagliata di un contemporaneo di cui non si sa il nome, credo.

La loro marcia verso la morte mi ha entusiasmato e addolorato e di nuovo entusiasmato, nel dolore.

Sono martiri, sono in 26. Sei francescani spagnoli, gli altri giapponesi. Sono laici, sacerdoti, laici, catechisti, terziari, uomini e bambini. Sì bambini.

Vanno a piedi per più di quattrocento miglia-non chilometri- d’inverno sotto diverse intemperie e sopra svariati terreni. Larga parte di popolo li accompagna con rispettoso, devoto silenzio. Il cristianesimo seminato da Francesco Saverio e i suoi era cresciuto rigoglioso, fino ad allora. Fino a che non è diventato una minaccia straniera. Continua a leggere

Parole come coltelli.

Una femminista della prima ora difende le differenze uomo-donna

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Julie Bindel è piuttosto arrabbiata.

Julie Bindel è una giornalista freelance britannica. È una scrittrice.  Julie Bindel è una femminista della prima ora. Attivista per i diritti delle donne. In difesa delle donne. Ha co-fondato il gruppo Justice for Woman.

Ha all’attivo studi e ricerche sui temi della violenza sessuale, del turismo sessuale, della prostituzione, dello sfruttamento umano. Ha combattuto per i diritti delle persone lesbiche, per l’uguaglianza di genere, per il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Julie è lesbica dichiarata.

Ed è accusata di odio trans fobico. Anzi, di avere ingaggiato una vera e propria crociata, sebbene solitaria, contro le persone transessuali.

https://www.theguardian.com/commentisfree/2010/feb/01/julie-bindel-transphobia

Con tutto quello che anche solo la paginetta di wikipedia squaderna al suo attivo come attività, impegno pubblico e studi credo possiamo essere ragionevolmente certi che questa persona non covi in sé odio pregiudiziale nei confronti di chi abbia un vissuto sofferto rispetto alla propria identità sessuale e dica di non riconoscersi nel sesso maschile e dica di voler migrare a quello femminile. Continua a leggere

In salvo

 

«Prima le donne e i bambini!»

Questo ordine urlato con voce maschile e stentorea era sicuramente esecutivo  e ben presto eseguito.  Lo si sentiva risuonare in tanti film storici e d’avventura nel momento di un disastro, di un rovescio che si abbatteva su tante persone, su porzioni di popolo. Erano gli uomini, a gridarlo.

Erano gli uomini. E lo facevano mentre si aprivano la strada menando fendenti da moschettieri e scuotendo piume sui cappelli lungo la Senna o spostando travi cadute da tetti mangiati dalle fiamme in una prateria del Kentucky – scusate la mia immaginazione così standard, così Hollywood prima maniera!. E vedere che impiegavano  tutte le loro forze per salvare donne e bambini obbedendo proprio a questo ordine,  mi ha sempre fatto provare commozione e fierezza. Una nave sta per affondare? Evacuazione! Prima le donne e i bambini. Ci sono degli ostaggi? Rilasciateci i bambini. O la donna in attesa – di un bambino, utile dirlo, ora. Odi il mio popolo e vuoi strapparmi le donne e i figli? Non senza che io abbia lottato fino alla morte per impedirtelo.

La foto scattata nello Studio ovale della Casa Bianca che ritrae un compunto neo presidente Trump, con la sua mai abbastanza commentata pettinatura, e una decina scarsa di maschi urbanizzati e incravattati a fargli corona mentre firma un documento, sta facendo discutere.

Il  45° presidente degli Stati Uniti è ritratto mentre due giorni fa apponeva la sua firma all’ordine esecutivo che ripristina il divieto voluto da Ronald Reagan nel 1984, la Mexico City Policy – e sospeso da Clinton e da Obama, per impedire i finanziamenti federali  alle ONG che pratichino o promuovano l’aborto in giro per il mondo. Lo scatto ha fatto esso stesso, manco a dirlo, il giro dello stesso mondo. Via tweet, via facebook, via google. Indignando a destra e a manca. Più a manca.

E sapete che cosa ha tanto animato e fatto indignare account, utenti e sedicenti maitre à penser? Ma è ovvio: che non ci siano donne. Nella foto.

Dove sono le donne? Perché questo omofobo-maschilista- irrispettoso- conservatore- spietato -misogino inaccettabile- (a metà della sequenza vi consiglio una breve pausa respiro) POTUS può permettersi di firmare una legge che tolga un qualche argine alle caleidoscopiche possibilità di aborto alle donne?

E dire che stavamo andando avanti così bene. Così spediti, così trionfali. Stavamo arrivando da qualche parte, in un punto importante del grande viaggio del progresso. Eravamo così avanti. E invece ora ci tocca vedere un capo di Stato, anzi il capo di una ancora indiscussa potenza mondiale,  che è lì e, lo sapete tutti!,  non dovrebbe starci, circondato da soli uomini-maschi a firmare una cosa che riporta indietro. E indietro, si sa, è sempre male. È sempre meno bene. Quelli prima di noi sono sempre un po’ più stupidi, si sa.

Dove erano le donne poverine? Dove sono ora le donne, eh? Qualcuno sa dirmelo?

Azzardo, timidamente: non lo so! Dipende dalla fascia oraria e dal numero figli, fratto il budget familiare. E dal coefficiente lavoro. E dal fuso orario. Io e molte mie omologhe stiamo organizzando il pranzo. Altre stanno lavorando. Alcune sono all’ospedale vicino al figlio appena uscito dalla sala operatoria. Altre ancora staranno partorendo, alcune abortendo. Moltissime saranno impegnate a cercare di agguantare il cordone ombelicale che le sta facendo crescere e maturare dentro la pancia della loro mamma. Alcune, già nate senza previo consulto-sarà valso sicuramente l’arcinoto e molto civile principio del silenzio/assenso- ,alcune dicevo,  invece, sono impegnate a lanciare tweet con l’hashtag  #shoutyourabortion. Insieme o dopo quello del 21 gennaio:  #WomansMarch.

 

Sì, perché la nuova frontiera è il pride. L’esserne orgogliose. Sta uscendo anche dagli incisi dei pro-choice il fatto che questa scelta possa essere dolorosa. Solo una tenerona come la Signora Cirinnà, che, è risaputo, ha il cuore di burro (lo si vede da come ama i suoi figli non umani), può sprecare una significativa porzione dei  140 caratteri a disposizione per  un superlativo assoluto.

Ora non ci sono più scuse,basta medici obiettori. Deve essere garantito sempre e ovunque diritto donne a #aborto libera scelta dolorosissima,

cinguettava infatti immediatamente dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica Misericordia et misera del Santo Padre il 21 novembre scorso per dire la sola cosa che possa venire in mente dopo lettura attenta, integrale e sofferta di un documento così: via l’obiezione di coscienza dalla professione medica e subito. È ora di finirla.

Ma torniamo a loro, torniamo agli americani e al loro presidente. Ha firmato quell’ordine esecutivo e altre misure che vanno tutte nella stessa direzione.  America first. Prima l’America e gli Americani. E innanzitutto occorre che gli americani nascano e una volta nati e rimirato lo stesso cielo stellato dal Nebraska alla California, da Detroit a New York, possano magari trovare lavoro sul suolo coperto da cotanto firmamento. L’ordine esecutivo in questione, però,  non tocca la legislazione sull’aborto negli Stati Uniti. E in ogni caso il potere legislativo spetta al Congresso. Intanto però il vento è girato. Si sente vero?

(Dovrebbe sentirsi ancora di più se i media facessero quello per cui hanno assunto questo nome:  farsi tramite, essere i mezzi che ci raccontano cosa succede e cosa sta per accadere. Perché è più che certo. Trump sostiene fortemente la March of life che oggi, 27 gennaio 2017, giunge alla sua quarantaquattresima edizione. Su Google, digitando Marcia per la vita Washington 2017, la notizia compare come ottavo e decimo risultato e ha come fonte la NBQ e Notizie Provita. Prima ci sono notizie d’archivio delle edizioni precedenti.  I soliti Davide e i soliti Golia.

Si sentirà  eccome, vedrete, nonostante la censura scandalosa. Si sentirà soffiare sempre più forte e gagliardo, questo vento, se Dio vorrà, perché è di oggi (ieri per chi legge, ndr) la notizia che ci siano già atti precisi che riguardano la difesa della vita fin dal suo concepimento anche entro i confini federali. Che riguardano l’impiego dei  soldi dei contribuenti nolenti per le febbrili attività degli instancabili abortifici. Si tratta del provvedimento,« il No Taxpayer Funding of Abortion Act, che rende permanente il Hyde Amendment.  Anche in questo caso si tratta di una svolta dato che quest’ultimo, oggetto di scontro costante fra repubblicani e democratici, doveva essere ratificato ogni anno affinché l’aborto non fosse finanziato con i soldi dei contribuenti nei programmi sanitari pubblici. Al contrario il neoeletto presidente, rispettando la promessa fatta in campagna elettorale, ha confermato che se la legge passerà anche al Senato il divieto sarà permanente e non più passibile di discussioni», spiega la giornalista Benedetta Frigerio» NBQ 27/1/2017)

A me, che dico con Madre Teresa di Calcutta e con mio figlio in braccio, che dopo il concepimento non c’è più nulla da decidere, ma che mai condannerei una donna che ha abortito perché sarei troppo impegnata a piangere con lei e ad abbracciarla, a me, dicevo, quella foto ha fatto pensare agli uomini che tornano al loro posto. E gridano «Prima le donne e i bambini!».

Salviamoli, sono il tesoro più prezioso di una nazione. Che ha confini precisi, aggiungono.

Mentre le donne, alcune donne, urlano, chi con le pudenda al vento, chi più pudicamente lanciando tweet o reggendo cartelli coi vestiti addosso, urlano e strepitano che Trump è un loro, un nostro nemico.

Certo qui siamo nel facile campo della retorica. Trattasi di una foto, di un semplice scatto. La realtà resta in tutta la sua multiforme e a volte greve complessità.

Però, signore e signori, donne, bambini e uomini, come è bello vedere che le cose e le idee possono cambiare. È commovente vedere che ci sono uomini, maschi e femmine, che dicono e agiscono proprio come se la vita di ogni  persona fosse un valore sempre, a priori, senza calcolare tutto il bene e tutto il male che potrà fare una volta nata. Vale in sé e vale il rischio di farla nascere sempre. Come è bello sapere di decisioni, di atti che possono davvero fare la differenza nella vita di tante persone. Ne parleremo a lungo, credo. Ne parleremo fra qualche anno, forse, con molti insospettabili sopravvissuti.

 

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Mira al risparmio e sarai il fenomeno di tua moglie

Giuseppe Signorin è un gran signore:)) questo devo rinloggarlo per onorare chi so io!

Mienmiuaif - Mia moglie ed io

“Yeah. Anti-metodo per sedurre la propria femmina dopo averla sposata” di Giuseppe Signorin

Se non ti piace o non capisci niente di calcio, non importa. Ti spiego: la squadra migliore in Italia è l’Inter. L’Inter negli anni 90 ha comprato un giocatore che tutti chiamavano “fenomeno”: Luis Nazario de Lima, detto più semplicemente Ronaldo. Non Cristiano Ronaldo, Ronaldo e basta.

Vuoi sedurre tua moglie in maniera irresistibile, come me? Ecco, imita Ronaldo, il fenomeno. Lui in campo correva poco. Si risparmiava. Perché? Per egoismo? Attento, qui si gioca la tua credibilità. Lei penserà che sei egoista. In realtà tu, come il fenomeno, devi dare il meglio di te e solo in questo modo puoi dare il meglio di te. Ronaldo si teneva fresco per i momenti importanti: lui era pagato per far vincere la sua squadra, per finalizzare le azioni più pericolose e in una partita di calcio non ce ne…

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La nostra ‘copa’ è colma.

Abbiamo il nostro eroe.
Abbiamo un testimonial mondiale. Abbiamo chi, comprese le gravi no anzi laceranti contraddizioni del nostro tempo, pieno di mezzi economici e di notorietà, ha deciso di schierarsi. Di spendere tempo soldi e fama per difendere i più deboli. Per parlare al mondo, cristiddio. Per educare il mondo. Per svegliare il mondo. Per dire “Oh!!” a tante persone nel vasto e stretto mondo che ancora non si rendono conto di quanti milioni di schiavi tra i piccoli e i fragili ci siano.
Abbiamo il nostro uomo. Che quando fa una foto guarda dritto in camera. O si sfiora le aspiranti pudenda. Ammicca forte, fortissimo. O mamma già mi viene voglia di ballare. Pure a me, nella mia improcrastinabile incipiente maturità. (Siano qui banditi tutti i verminosi eufemismi e simpatici giuochi di parole per schivare il concetto. Diversamente giovane ha già fatto ridere 4 persone. Ora basta. Ma non divaghiamo)
Abbiamo, dicevo, il nostro uomo. Maschio, molto maschio, machissimo. Latinooooooo! Solleva(va?) tsunami di fan femmine ad ogni evento, concerto o comparsata. Attirava decibel di urla altissime ad ogni apparizione pubblica. Ho letto così. Dicono così. Ricordo anche un antichissimo tweet, di qualche hater chè ci sono sempre altrimenti la machina del loving si ribalta, che diceva di un suo acuto per via di un’unghia spezzata.
Abbiamo lui. Non più imbolsito come mi era parso qualche photogallery fa. Mi pare bello asciutto, tonicissimo, tatuatissimo. Bello. Come un Very Big magari soft Jim. Un filino costruito ma bello.
C’è. Lui c’è e combatte.
Oh ragazzi, al netto del mio provinciale, ridicolo, snobismo da avanguardista di non so quale corrente di sedicenti intellettuali smentiti dai fatti, sta facendo opere encomiabilissime.
Riporto testuali parole:
“ Nel 2004 si impegna nel sociale e fonda la “xxxxx Foundation”, da cui nasce il progetto “People for children” con lo scopo di combattere lo sfruttamento minorile e arginare il fenomeno del traffico di materiale pedopornografico”.(biografia dal web)
E dall’Huffington Post Espana leggiamo i dati che accidenti lui conosce e ce li dice. E perbacco se fa bene, a dirceli!

“Oggi ci sono più schiavi che mai nella storia. Circa 45 milioni di persone sono vittime della tratta umana nel mondo, di cui 13 milioni sono bambini e ragazzi.
La tratta umana è il secondo (qual è il primo?) crimine più lucrativo del mondo e genera 150mila milioni di dollari all’anno. Nessun paese ne è esente. E’ un delitto che non conosce limiti né frontiere. Oltretutto si manifesta in modalità multiple e complesse che includono: schiavitù forzata, sfruttamento lavorativo, sfruttamento sessuale, della prostituzione e coercizione al matrimonio, tra le altre” (art. dal blog huffington)
C’è da aggiungere con adeguata postura neoradical every chic che quest’uomo ora capisce e sente davvero nella carne lo strazio che tali e tante ingiustizie provocano nei cuori ancora non si sa per quanto umani.
Perché è papà.
È il “suo papà” di due bambini bellissimi. Tutti e due davvero belli.. Ugualmente belli. Sono gemelli
E a loro, lui, parla con crescente complessità di argomenti proporzionale al loro sviluppo dei loro propri diritti. Tutti tutti. Tutti tutti da dopo che sono nati. Tutti tutti i loro bei diritti umanissimi. Perché loro sono suoi. I suoi bambini. Ci sono cose che lo attestano. Che siano proprio suoi, intendo. Di diritto.
C’è un contratto preciso e ben steso e firmato e controfirmato.
C’è una prestazione d’opera che è stata pagata adeguatamente. C’è un servizio reso. E da dopo, immediatamente dopo che questo servizio è stato portato correttamente a termine da questa persona così brava e professionale, un istante dopo, loro sono diventati suoi. Cioè era già previsto da prima, è chiaro. Ma visibilmente suoi lo sono diventati da quando li ha tolti. Tolti, in dialetto e in latino, vuol dire prendere per tenere. Se li è tolti per lui.
Perché lui ha avuto coraggio.
Lui che proprio li voleva intensamente, i figli, ci aveva pure pensato all’adozione. Io non lo so se lo ha pensato o se ha dovuto dire che ci aveva pensato in ossequio alle FAQ che tutti i giornalisti gli avrebbero poi rivolto. Comunque, non sottilizziamo. Ci ha pensato , ma poi ha preferito fare così. Non stiamo lì a sindacare.
Apri il collegamento ipertestuale e vedi che lì è tutto spiegato per benino.
Ha preferito la pratica della maternità surrogata. E grazie davvero a questa signora che lui adora con tutto il suo cuore ecco che Matteo e Valentino sono stati spostati dal petto di quella, dotato di mammelle e di odori femminili, al suo. Che li ama tanto tanto.
Lo si capisce subito che li ama. Lo si capisce perché lui li ha proprio voluti. La sua paternità è di quelle pensate e progettate. E anche in questo caso deve trattarsi di un tema sensibile e importante perché sotto quelle parole si apre un altro link. Oh. Si vede che si deve sapere bene in giro che progettare- decidere -assumersi preventivamente la responsabilità di essere il papi di qualcuno è più nobile che magari trovarsi padre per una notte loca senza preservativo.
Devi essere bravo anche dopo e prepararti con un’adeguata cartucciera di virgolette per spiegare ai tuoi bambini che non sono stati nella tua pancia, ma sempre sempre sempre nel tuo cuore. Dove li ha amati da sempre. Credo anche da prima che loro fossero. Tipo come fa Dio.
Riassumendo.
Bene molto bene essere belli, cantanti di un qualche talento, piacere moltissimo alle donne. Benissimo esser gay.
Bene, ancora meglio, essere diventati padri pagando una donna perché rimanga come una lama nel cuore dei due minorenni sequestrati di lusso che sempre cercheranno la mamma senza poterla avere e forse senza poterla odiare del tutto. E senza poter odiare direttamente l’uomo dal quale, nolenti, dipende la loro vita.
Benissimo sposarsi con un uomo.
Benissimo fare cose socialmente utili come difendere tutti gli schiavi del mondo soprattutto i bambini.
It’s ok anche non notare affatto la patente contraddizione che l’acquisto dei due gemelli a cui seguiranno tanti altri perché lui vuole rumore in casa; sì, anche questa cosa benissimo. Va decisamente bene.
Ormai si sa.
Abbiamo il nostro uomo. Gay, sex symbol, ricco, pseudomaritato con un uomo, padre grazie all’utero di una donna. Cantante.
Abbiamo il nostro ospite a Sanremo.
Ricky, leave questa tua vida troppo loca, chè anche tu, come noi, una sola ne hai.

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(Articolo tratto da La Croce quotidiano. http://www.lacrocequotidiano.it/abbonarsi-ora)

Buon Natale dai Mienmiuaif con san GPII

Mienmiuaif - Mia moglie ed io

MESSAGGIO URBI ET ORBI DI SAN GIOVANNI PAOLO II – NATALE 1978

1. Questo messaggio lo rivolgo ad ogni uomo; all’uomo; all’uomo, nella sua umanità. Natale è la festa dell’uomo. Nasce l’Uomo. Uno dei miliardi di uomini che sono nati, nascono e nasceranno sulla terra. L’uomo, un elemento componente della grande statistica. Non a caso Gesù è venuto al mondo nel periodo del censimento; quando un imperatore romano voleva sapere quanti sudditi contasse il suo paese. L’uomo, oggetto del calcolo, considerato sotto la categoria della quantità; uno fra miliardi. E nello stesso tempo, uno, unico e irripetibile. Se noi celebriamo così solennemente la nascita di Gesù, lo facciamo per testimoniare che ogni uomo è qualcuno, unico e irripetibile. Se le nostre statistiche umane, le catalogazioni umane, gli umani sistemi politici, economici e sociali, le semplici umane possibilità non riescono ad assicurare all’uomo che egli possa nascere, esistere e operare come…

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Ci sono cose che ci stanno strette

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Scommetto che chiunque di noi riuscirebbe a scrivere un redazionale sotto il titolo “Calendario curvy, la nostra lotta contro gli stereotipi” senza sforzo: quasi compilasse una scheda anagrafica. Dati, si tratta inserire dati e completare frasi delle quali consociamo già metrica, suono e vacuità.

Finalmente libere di amare il proprio corpo senza la tortura delle misure.

L’unica cosa che deve andarti a pelle è la tua vita.  È finita la dittatura della bilancia e del calcolo calorico.

Basta bilanci con la bilancia.

Gli uomini preferiscono le curvy. Le curvy lo fanno meglio. Le donne morbide amano lo shopping, fanno sport, curano la proprio immagine senza rinunciare alla buona tavola.

Naturalmente dietro questa promozione delle persone in sovrappeso, (no anzi della loro immagine. Che è comunque letta come scostamento dal modello che ci si è conficcato nel cranio da decenni) si assiepano filantropi e benpensanti; benefattori e amanti della felicità dei poveri ciccioni stereotipati e costipati. Continua a leggere

I cuccioli e l’Apocalisse

Ho saputo che ne ha parlato in radio e sul suo blog. Che ha pianto. Parlo del notissimo conduttore radiofonico Linus e di Bruna, il loro Labrador di 11 mesi colo cacao.

Mi unisco senza ironia e spero nessuna scoria di pretesa superiorità al dolore di Linus, di sua moglie e dei suoi bambini per la morte del loro amato cane.

Non fatico ad immedesimarmi in esso. È proprio dolore e piuttosto acuto. Che sia un cane, solo un cane, ovvero meno, decisamente, incommensurabilmente meno di un essere umano, non annienta la sofferenza. Perché noi, solo noi uomini siamo coscienti di noi stessi e del mondo e ci facciamo carico anche per gli animali, che non ne sono stati fatti capaci, di chiederci perché. Ci incarichiamo di provare sincero struggimento per lo strappo che la morte di un animale domestico, specie se è un cane, suscita. Continua a leggere