“Siamo qui riuniti a causa di un uomo. Un uomo conosciuto personalmente da tanti di noi, e conosciuto per reputazione da molti altri; un uomo amato da tanti e disprezzato da altri; un uomo conosciuto per le grandi controversie e per la grande compassione. Quest’uomo, naturalmente, è Gesù di Nazareth” (Dall’Omelia di Paul Scalia per il padre, il giudice Antonin Scalia, 20 febbraio 2016).
Prendo volentieri queste parole per consegnarvi le nostre, sincere, commosse e insieme certe in ricordo del nostro amato zio Ivo, morto nella notte tra il 1 e il 2 marzo appena scorso, dopo aver vissuto intensamente i 76 anni che Dio gli ha concesso.
“Caro zio.. la vita ti piaceva tanto. Anche se non ci vedevamo spesso, bastava una delle tue sonore risate, un tuo generoso abbraccio, bastava guardare i tuoi gambali infangati; l’amore riflesso negli occhi di Leda, Cristina e Stefania per capirlo. Anche lo scodinzolare dei tuoi cani da caccia lo diceva chiaramente. E quando da piccoli venivamo a trovarti, sentivamo la tua voce per aria, già dalle scale, appena aperta la portiera della macchina; e poi scorrazzavamo per il tuo immenso magazzino, salendo sui pallet carichi di ceramiche, sulle scalette degli scaffali; saltavamo in continuazione sulla bilancia.. tu bonario, ci riprendevi con il sorriso incorporato. Ti piaceva tenere le tue ragazze sotto la tua ala protettrice e accogliere i clienti come se li conoscessi da sempre; hai sparso la tua giovialità e il tuo amore alla vita con abbondanza.
Hai seminato tanto; e tanto, sicuramente, raccoglierai.
Grazie Signore di avercelo donato, te lo riconsegnamo.. anche se è dura, perché molto ci mancherà, ma siamo certi che tutto quanto piaceva ad Ivo, glielo farai ritrovare centuplicato nel tuo regno; Tu ce l’hai promesso, sappiamo che sei un Dio fedele e in Te speriamo.
Ciao Zio.”
Marcello Belletti
Caro, a noi tutti carissimo zio. Qui davanti al tuo corpo che solo provvisoriamente hai abbandonato al comando del Tuo Creatore, noi rendiamo grazie a Dio per te. Per la grazia di di averti conosciuto. Grazie per come hai vissuto, per quanto e quanti hai amato e per come virilmente hai affrontato questa malattia così rapace, la sofferenza e la morte che sapevi sarebbe arrivata.
A noi nipoti che troppo poco ti abbiamo abbracciato manchi già profondamente. Ci mancano la tua andatura, la tua voce sempre un po’ per aria, le tue vivide espressioni, il sorriso largo. E i racconti delle tue avventure. Quando la mamma ci raccontava di te c’era spesso da ridere e sempre di che essere orgogliosi: “questo è mio zio!”, pensavo…
Per questo vogliamo consolare la tua amata moglie Leda e le tua figlie, che adori; i tuoi nipotini e tutti i tuoi cari più intimi, perché sappiamo che lo strappo che hanno subìto, dopo averti a lungo goduto, brucia in quest’ora di un’intensità quasi insopportabile. Per questo ci stringiamo a loro e alla tua cara sorella, nostra mamma. (La Stefy ci ha riferito che uno degli ultimi giorni hai detto “Io ho una sorella che è ancora bella!”); il vostro legame così intenso lo hai volentieri esteso, ricambiato con entusiasmo intero, a tuo cognato, nostro papà. La mamma dice che vi siete piaciuti fin dall’inizio, amati e stimati per sempre. Ha pianto mio papà. E lo aveva fatto credo altre due sole volte.
I nostri figli, soprattutto i più piccoli, ti hanno voluto bene alla prima occhiata. Perché così fanno i cuori puri: si attaccano al volo a chi è buono e testimonia la bellezza entusiasmante della vita, come facevi tu. Un uomo pieno di vita sei stato. Traboccava da te la vita, semplice e positiva. Anche dai tuoi difetti e dalla tue intemperanze!
Un uomo, come ha detto mio marito, che mostrava in modo inequivocabile di voler bene agli altri. La tua simpatia contagiosa in fondo suggeriva a chi ti incontrava che esiste un disegno buono.
“Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”. Questa frase di S. Giovanni della Croce, ha detto Matteo, mi fa alla fine esultare perché lo zio Ivo ha molto amato.
E ora noi confidiamo in nome di Gesù Cristo che tu sia nella stupefacente pienezza di amore e verità, nella vita che è tutta carità e gioia scritta come una promessa in tutti i nostri cuori e che tu, nostro caro zio, mantenevi così fresca e accesa, come fossi un fanciullo. Me lo hanno ricordato, qualche sera fa, i coniglietti che razzolano tranquilli per il tuo giardino.
Con l’affetto ferito da un’acuta nostalgia accettiamo di separarci da te; ora la fiducia nella Misericordia di Dio diventa attesa certa di godere con te, quando sarà il momento, il Paradiso.
I tuoi nipoti, Marcello, Massimiliano, Paola, Leonardo