Sono riuscita ad arrivare a messa pressoché in orario. E senza fiatone. Entro il secondo paragrafo della prima lettura per lo meno.. è presa dal Genesi. Si ferma al quarto giorno di creazione. Per questo mi è rimasta l’acquolina in bocca. Perché è tutto buono, ma non ancora molto buono fino al sesto giorno, fino all’uomo.
Il sacerdote nell’omelia ha ricordato il martirio di Paolo Miki e compagni. Lo ha fatto leggendo la cronaca dettagliata di un contemporaneo di cui non si sa il nome, credo.
La loro marcia verso la morte mi ha entusiasmato e addolorato e di nuovo entusiasmato, nel dolore.
Sono martiri, sono in 26. Sei francescani spagnoli, gli altri giapponesi. Sono laici, sacerdoti, laici, catechisti, terziari, uomini e bambini. Sì bambini.
Vanno a piedi per più di quattrocento miglia-non chilometri- d’inverno sotto diverse intemperie e sopra svariati terreni. Larga parte di popolo li accompagna con rispettoso, devoto silenzio. Il cristianesimo seminato da Francesco Saverio e i suoi era cresciuto rigoglioso, fino ad allora. Fino a che non è diventato una minaccia straniera. Continua a leggere